martedì 10 marzo 2015

Adriana Assini: storia di Donne, Veleni e Giustizia


Scrittrice, acquerellista e studiosa dell’Universo femminile: Adriana Assini si racconta in occasione della presentazione del suo romanzo “Un sorso di arsenico”, edito da Scrittura & Scritture, che si terrà sabato 14 marzo, alle ore 18, presso la Galleria dell’Associazione Artistica e Culturale ABC art, in Roma. La Giornata Internazionale della Donna è appena trascorsa, ma ogni giorno è quello giusto per riflettere su questi temi, soprattutto in compagnia di un buon libro.

Sappiamo che per la stesura di un romanzo storico è necessario un lungo periodo di ricerca: come ti sei imbattuta nel personaggio di Giulia Tofana? Chi era davvero e perché hai deciso di raccontare la sua storia?

Spesso ho l’impressione che i personaggi mi vengano incontro, pretendendo la mia attenzione, per affidare alla mia “penna” la loro storia. Così è stato con Giulia, con la quale ho avuto il primo approccio un giorno d’estate, alle prese con le parole crociate. La definizione recitava più o meno: “fattucchiera e avvelenatrice del XVII secolo”. Incuriosita, mi sono messa sulle sue tracce, scoprendo aspetti interessanti sul suo conto e sull’epoca i cui visse. In primis, il particolare che le sue clienti fossero tutte donne. Un argomento che meritava di essere approfondito e che avrebbe poi rivelato uno spaccato di mondo davvero interessante...

Giulia e tutte le altre donne presenti nel romanzo si confrontano con un mondo interamente declinato al maschile che spesso non sa rendere loro giustizia né nella vita di tutti i giorni, né nelle aule di tribunale. Che differenze noti con una società come la nostra che negli ultimi anni ha coniato il termine femminicidio? Cosa è cambiato da allora e cosa sta cambiando adesso?

Fortunatamente, il mondo è andato avanti, evolvendosi in ogni campo, anche per quanto riguarda la condizione femminile. Al contrario di quanto accadeva nei secoli scorsi, oggi le donne hanno... quasi gli stessi diritti degli uomini. “Quasi”, perché le discriminazioni ancora le perseguitano, sia sul posto di lavoro che nella vita privata. Non solo. L’emancipazione delle donne, la loro autonomia, la loro indipendenza fanno ancora paura a molti uomini, che temono  di perdere il loro antico predominio, in famiglia e fuori. Ritengo che, purtroppo, la legge sia ancora timida nel tutelare le donne e che la politica – con una schiacciante maggioranza di uomini al ‘comando’ – non affronti seriamente il problema. Per crescere, maturare, migliorare e, di conseguenza, prevenire, occorre prima di tutto educare. Ma la scuola, azzoppata dai tagli, è in serio affanno e il suo ruolo in triste declino. 

Oltre a essere una scrittrice molto prolifica, sei anche un’acquarellista di grande talento: si può ancora essere artisti al giorno d’oggi? Come coniughi queste passioni solo apparentemente molto diverse?

La morte dell’arte viene annunciata ciclicamente, affermando che tutto è stato detto, inventato
sperimentato. Per quanto mi riguarda resto dell’idea che ci sia arte ogni qualvolta che - semplicemente - un’opera è capace di destare interesse, coinvolgimento, emozione.
Il tempo è tiranno, ma con il tempo s’impara a gestirlo, secondo le esigenze e le priorità  del momento. Scrivere e dipingere sono due forme del  narrare, che nel mio caso seguono strade diverse  ma non opposte. Nei romanzi prediligo, infatti, le storie vere o comunque ambientate in contesti storici reali, mentre nella pittura lascio spazio alla fantasia, attingendo liberamente dal pozzo inesauribile dei miti, favole, leggende. È davvero una bella esperienza poter raccontare tante storie, ora con la penna ora con il pennello.

Arriva un momento nella vita di ogni opera, sia essa un acquarello o un romanzo, in cui questa smette di essere esclusiva proprietà dell’artista che l’ha creata e diventa parte integrante della sensibilità di chi ne fruisce. Come ti rapporti con questo fenomeno? Che spunti ricevi dal tuo pubblico?

È sempre gratificante trovare rispondenze negli “occhi” di chi guarda - qualora si tratti di un quadro - o attraverso le osservazioni di chi legge, nel caso di un romanzo. Ma può anche capitare qualcosa di completamente differente, come quando chi usufruisce dell’opera ne percepisce messaggi apparentemente a me estranei. In questi casi, mi sorprendo ma lascio che sia, immaginando che se una persona coglie e “sente” una determinata emozione, quel sentire - in qualche modo - stava dentro l’opera. Credo che anche questo aspetto attenga all’imponderabile mondo dell’arte, che si nutre di una molteplicità di linguaggi, tanto manifesti quanto nascosti.

Che scrittrice sei? Qual è il tuo modo di lavorare e quali sono i tuoi progetti per il futuro? Svelaci, se puoi, a chi darai voce nel tuo prossimo romanzo…

Una scrittrice appassionata, capace di calarsi a fondo nel periodo raccontato e nell’animo dei suoi personaggi. Lavoro molte ore al giorno, dividendomi tra lettura di documenti, saggi, scartoffie d’epoca e la scrittura. Uso il computer ma non abbandono la penna. Ho un paio di nuovi romanzi in fase di limatura. Uno, incentrato su una storia realmente accaduta. L’altro, di pura fantasia, ambientato in un contesto storico meticolosamente documentato. 

INFORMAZIONI GENERALI SULLA PRESENTAZIONE:

Titolo dell’opera: Un Sorso di Arsenico
Autore: Adriana Assini
Editore: Scrittura & Scritture
Sede dell’evento: Galleria dell’Associazione Artistica Culturale ABC art
Via: Viale Guglielmo Massaia 23b – Garbatella – Roma
Organizzazione e presentazione:  Alessandra Rinaldi e Mauro Rubini
Ospiti partecipanti: Adriana Assini (autrice)
Data: 14 MARZO 2014
Ore: 18:00

L’OPERA:

“‘Venere plebea scolpita in marmo pario...’, Giulia Tofana fa illecito commercio della sua bellezza come del suo ingegno e mette a punto la formula di un micidiale veleno confezionato in fiaschette che “con fierezza allinea sulla cassapanca”. Ma trafficare coi veleni non è facile e quando delle fiale non ne viene fatto un uso sapiente e le morti cominciano a diventare scomode, si apre la caccia alle streghe e Giulia lascia la natia Palermo, dominata dai viceré spagnoli e dalla peste, per trasferirsi nella Roma barocca di papa Urbano VIII, dove alla maestosità delle feste si alterna la ferocia delle esecuzioni in piazza. All'ombra del cupolone, la bella siciliana veste alla moda, impara a scrivere e con l'aiuto di fra Nicodemo, l'appoggio dello speziale Aniceto, la connivenza di nobili e porporati, incrementa i suoi traffici di morte. Divisa tra l'amore di due uomini, sempre in bilico tra la voglia di obbedire soltanto ai suoi istinti e il desiderio di diventare una rispettabile dama, inseguirà a lungo e senza remore i suoi sogni, sfidando le leggi della Santa Inquisizione con un insolito epilogo.”

L’AUTRICE:

“Adriana Assini vive e lavora a Roma. Sulla scia di passioni perdute, gesta dimenticate, vite fuori dal comune, guarda al passato per capire meglio il presente. Dipinge splendidi acquarelli e ha pubblicato diversi romanzi storici, tra cui Le rose di Cordova (2007), Un sorso di arsenico (2009), Il mercante di zucchero (2011) e La riva verde (2014), tutti editi da Scrittura & Scritture”.


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