sabato 26 settembre 2015

Paolo Testani: l’Associazione Oliver e le Unità Cinofile da Soccorso


Raccontare la storia di qualcuno che ha fatto del soccorso e della tutela del prossimo una missione di vita a tutto tondo è una vera emozione. Soprattutto se si tratta di una persona semplice e autentica che affronta queste tematiche con grande naturalezza, nella convinzione che davvero tutti possiamo riuscire ad affrontare un’emergenza con grinta e determinazione, se ben preparati. E questa è proprio la filosofia di vita di Paolo Testani, Carabiniere, addestratore cinofilo e Vicepresidente dell’Associazione “Oliver”, un’organizzazione di volontari che si occupa, attraverso l’addestramento e la formazione di Unità Cinofile di Soccorso, della ricerca di persone disperse, in particolar modo in territori impervi. Per Paolo Testani quella del primo soccorso è una vera e propria cultura, che invita tutti ad apprendere con impegno e dedizione, magari pensando di affiancarsi anche a un amico a quattro zampe e rendendo, così, quella del soccorritore un’attività da praticare il più possibile, mettendosi al servizio degli altri. Perché tutti potremmo trovarci nelle condizioni di dover prestare soccorso a qualcuno, nelle circostanze più diverse e, per salvare una vita, non occorre certo essere eroi.

Di cosa ti occupi in qualità di addestratore cinofilo? In cosa consiste il tuo ruolo?

Io sono un Carabiniere attualmente in servizio e sono il Vicepresidente dell’Associazione “Oliver”. Quest’Associazione a promozione sociale, ovvero senza fini di lucro, prende il nome dal mio primo cane da soccorso e si occupa, tra le tante attività, della ricerca di persone disperse in luoghi impervi. Sono un addestratore riconosciuto a livello nazionale e un formatore di Unità Cinofile da Soccorso (UCS), composte ognuna dal binomio cane-conduttore. All’interno di “Oliver”, infatti, sono il responsabile tecnico della formazione su tutto il territorio nazionale.
Negli ultimi anni dai attività dell’Associazione, la professionalità dei nostri soci ci ha permesso di venire coinvolti dalle forze dell’ordine in varie ricerche di persone scomparse in qualità di coordinatori, sempre sotto la supervisione della nostra Presidente, Mirella Onairda, come accadde nel caso di Giuseppe Ruggiero, scomparso da Coreno Ausonio, in provincia di Frosinone nel 2011 e tutt’ora disperso.


Quali sono le caratteristiche che rendono il contributo del cane fondamentale nella ricerca di tracce, soprattutto nel caso di persone scomparse?

Il cane deve essere molto attivo, docile e deve essere stimolato nella ricerca del disperso attraverso il gioco. Nell’addestramento si utilizza un figurante e un oggetto che non sia cibo, in modo tale che i sensi dell’animale non vengano confusi, e alla fine l’animale che raggiunge l’obiettivo viene premiato. È il suo fiuto a fare la differenza, ma soprattutto il rapporto che stringe col conduttore.

Quali differenze esistono nell’uso dei cani sulle scene del crimine in Italia e all’estero?

Attualmente le forze dell’ordine, in particolare l’Arma dei Carabinieri, hanno dei cani davvero molto preparati e addestrati con le tecniche più d’avanguardia, quindi non abbiamo nulla da invidiare al resto d’Europa. Anche il conduttore, che assieme al cane compone la UCS, è costantemente seguito e aggiornato nella formazione. Ultimamente, ad esempio, l’Arma si è equipaggiata di cani molecolari bloodhoud in grado di effettuare una tipologia di ricerca di persone scomparse su traccia totalmente diversa da quella che effettuiamo noi della Protezione Civile, che, invece, lavoriamo con cani da scovo, con l’obiettivo, cioè, di scovare un cono di odore rispetto a una traccia specifica che, in alcuni casi, esclude la possibilità di ritrovare dei cadaveri, concentrandosi su soggetti in vita. Questi cani sono addestrati a selezionare una molecola specifica tra cinquemila odori, distinguendola nettamente dalle altre, seguendo così la traccia e sono in grado di percepire gli odori fino a trenta giorni dopo l’ipotetico passaggio del soggetto.
L’attività svolta da noi dell’Associazione, come volontari, non ci permette di essere impiegati su vere e proprie scene del crimine come investigatori a tutti gli effetti. Possiamo affiancare tutte le forze dell’ordine, su autorizzazione del Magistrato, solo in caso di persone disperse, o, in caso di persone scomparse, su autorizzazione delle Prefetture o del Commissario per le persone scomparse. L’obiettivo è sempre quello di velocizzare e ottimizzare le ricerche in luoghi dove si presume che il soggetto possa essere passato, in modo tale da ricostruirne il percorso.

Che differenza c’è tra il cane da soccorso e il cane addestrato nella ricerca di persone disperse in zone impervie?

Si tratta di due addestramenti completamente differenti. Il cane addestrato nella ricerca dei dispersi è preparato ad affrontare territori di montagna, non facilmente agibili e a scovare tracce più fresche possibile di chi si sia smarrito per i motivi più diversi, come ad esempio un malore. È qui che il conduttore del cane deve intervenire prestando repentino soccorso. A questo proposito la prima certificazione che deve avere l’operatore è il cosiddetto BLSD (Basic Life Support - Defibrillation): la rianimazione cardiopolmonare, che permette di rianimare una persona in caso di arresto cardiaco. Inoltre il conduttore deve essere preparato circa tutte le tecniche di primo soccorso, come l’immobilizzazione del soggetto eventualmente ferito, per non creare danni irreparabili agli arti o alla spina dorsale, e il successivo trasporto dell’infortunato, per il quale, spesso, in montagna, è necessario utilizzare delle teleferiche. Tra le altre cose i nostri conduttori devono ottenere anche la certificazione per salire a bordo di eventuali aeromobili, diventando così anche aero-soccorritori nel caso in cui si trovassero in zone dove è impossibile accedere in altri modi.

Raccontaci un episodio, un aneddoto, una storia che, riguardo la tua esperienza da soccorritore, è rimasta particolarmente impressa nella tua memoria.


Ormai due anni fa, grazie alle tecniche apprese nella mia lunga formazione da soccorritore, ho salvato la vita di Stefano, un ragazzo di quarant’anni colto da arresto cardiaco improvviso davanti ai miei occhi, mentre faceva jogging. Stefano è, ancora oggi, un marito devoto e un padre affettuoso grazie al mio tempestivo intervento. Io ho ricevuto un encomio per questo gesto e sono in attesa di una medaglia d’argento al valor civile, ma non è certo per questo che non ho esitato ad agire quando ho visto Stefano accasciarsi a terra. Ho condiviso questa storia con voi per dire a gran voce quanto sia importante, al giorno d’oggi, che tutti sappiano fare le manovre di primo soccorso e, eventualmente, azionare un defibrillatore. La nostra tempestività, la nostra preparazione e il nostro impegno possono salvare delle vite e tutti possiamo e dobbiamo contribuire affinché il nostro bene più prezioso venga sempre preservato di fronte a qualsiasi emergenza.

www.associazioneoliver.it

Nessun commento:

Posta un commento