mercoledì 10 maggio 2017

Felicia Kingsley: amori, disastri e… un matrimonio imprevedibile!


Mogli e buoi dei paesi tuoi? Sarà solo un detto popolare, non troppo consono alle persone di origini illustri, ma la nobile Catriona deve averlo pensato di certo quando ha diseredato sua figlia per aver sposato e messo su famiglia con un uomo qualunque. Tuttavia il sangue non è acqua e, magari, sarà stata proprio questa convinzione ad averla spinta, in punto di morte, a dare una possibilità a Jemma, la maldestra nipote a lei praticamente sconosciuta. Jemma è una ragazza come tante, spontanea e stravagante. Vive a Londra in un piccolo seminterrato, fa la truccatrice e fa i salti mortali per tirare avanti, cercando di tenere insieme i pezzi di una vita decisamente caotica e disordinata. Quando il suo avvocato le annuncia che è l’unica erede legittima della famigerata e ricchissima nonna Catriona, non può credere alle sue orecchie. Ma ciò che la sconvolge maggiormente è l’unica condizione posta dalla nonna per entrare in possesso di tutta la sua fortuna. Jemma deve sposare un uomo di nobili origini. Proprio lei che, in amore, prende una cantonata dopo l’altra dietro a personaggi che farebbero accapponare la pelle alla nonna schizzinosa. Ma la vegliarda ha proprio deciso di prendersi la sua rivincita dall’aldilà e non c’è scappatoia legale che tenga. Come fare, dunque, per non rinunciare a quella fortuna piovuta dal cielo? Il destino vuole che un cliente dell’avvocato di Jemma versi in condizioni economicamente altrettanto disastrose. Si tratta di Ashford, dodicesimo duca di Burlingham, un giovane bello, brillante, spregiudicato e così in rosso, da rischiare di perdere beni e titolo. L’accordo è presto fatto: a Jemma serve un titolo, ad Ashford un bel po’ di soldi. Non resta, dunque, altro da fare che organizzare un bel matrimonio di convenienza e ognuno avrà quello che desidera. A meno che l’amore non ci metta lo zampino…
Tra forma e sostanza, ricevimenti e imprevisti, Felicia Kingsley ha firmato un romanzo che fa emozionare e sorridere dalla prima all’ultima pagina. “Matrimonio di convenienza”, infatti, si avvia ad essere la nuova rivelazione nata dal passaparola sul Web e scoperta e pubblicata da Newton Compton a beneficio del grande pubblico di lettori. Una storia frizzante sull’importanza delle scelte coraggiose e sull’intramontabilità di valori universali come l’amore e l’amicizia, che non conoscono né contratti, né convenzioni, ma solo la sensibilità dell’empatia e della naturalezza.



Un testamento inaspettato, un antico titolo nobiliare e… un matrimonio in quattro e quattr’otto! Sono questi gli ingredienti di “Matrimonio di convenienza”, Newton Compton, una commedia romantica che è destinata a lasciare il segno. Raccontaci la genesi di questo romanzo: cosa ti ha ispirato durante la stesura?

Prima ancora della trama, credo di aver pensato ai personaggi. Continuavo ad avere in testa questa Jemma, pasticciona ma tosta con un animo romantico, poi, insieme, sono arrivati Ashford e Harring. Questi personaggi hanno iniziato a convivere nella mia fantasia e in poco tempo si sono creati i legami di odio-amore-amicizia-rivalità che tengono in piedi la trama. Il matrimonio è stato un diversivo per fare incontrare i mondi opposti di Ashford e Jemma che, altrimenti, non sarebbero mai stati destinati a incrociarsi. Ho cercato di divertirmi durante la scrittura. Pur apprezzando i thriller, i romanzi a sfondo storico e le biografie, nella mia biblioteca i rosa non mancano mai. Sono come la cioccolata nella credenza. Quindi, se dovessi dire cosa mi ha ispirato nella stesura ti risponderei proprio: la cioccolata. Volevo che “Matrimonio di convenienza” fosse l’equivalente di quel quadretto di fondente (o al latte, o bianco, o come piace) che, dopo averlo morso, ti fa sentire bene, ti fa “staccare” dalla cruda e fredda realtà per un po’. Il guilty pleasure della giornata. Non so se ci sono riuscita, ma l’intento era quello.

Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere? Che autrice sei: segui l’ispirazione in qualunque momento della giornata o hai un metodo collaudato al quale non puoi rinunciare?

Io e la scrittura ci siamo incontrate quando avevo dodici anni e ci siamo piaciute subito. È stata una mia fedele “compagna di giochi”. Fin da piccola ho sempre avuto la tendenza a fantasticare, a perdermi in un mondo tutto mio e a inventare storie. L’esigenza di scrivere ha preso il sopravvento quando queste storie stavano diventando troppe e i personaggi si stavano affollando nella mia testa. Scrivere è stato un modo per fare ordine e liberare spazio. Un po’ come fa Albus Silente con il suo pensatoio. Vorrei essere abbastanza veloce a scrivere per stare al passo con la mia fantasia, ma non sempre ho il tempo o la voglia. Qui veniamo al tipo di autrice che sono: indisciplinata. So di autrici che tutti i giorni si danno delle soglie temporali o numero di parole da raggiungere, ma per quanto mi riguarda non funziona. Vita e lavoro permettendo, ci sono giorni in cui resto a fissare il monitor scrivendo e cancellando in continuazione, altri giorni ho l’ispirazione, tutto chiaro in testa al dettaglio, ma sto guidando in autostrada e nel tempo di rincasare, l’attimo magico è svanito. Per arrivare a mettere il punto devo fare leva su tutta la mia forza mentale e concentrazione. Scrivo quando posso, mattino, pomeriggio o sera, non fa differenza, quello che non deve mancare però è la musica. Sottofondo obbligatorio.

Come definiresti Jemma e Ashford, gli irresistibili protagonisti della tua storia? In generale come delinei i personaggi dei tuoi romanzi e le loro avventure?

Jemma è incasinata, istintiva, senza filtri, un po’ tamarra ma buona come il pane. È il prodotto del contesto in cui è cresciuta. La sua cocciutaggine è predominante fino a metà della storia, il ché può risultare irritante, ma chi non combatterebbe un po’ nel trovarsi con una vita in stand-by, costantemente giudicato da tutti? Ho voluto una protagonista combattiva, perché trovo che ultimamente i personaggi femminili dei romanzi siano un po’ troppo remissivi. Anche Ashford è figlio del suo ambiente, ma rispetto a Jemma è un po’ più sottile, moderato, ha un suo equilibrio. Per far venire fuori il suo carattere, Harring è fondamentale.
In generale mi piace dare ai miei personaggi una vita, non solo l’amore. Questo può essere ritenuto un dilungamento inutile per le fan del “bacio subito”, ma tutte abbiamo una vita, è un dato di fatto, e questa plasma tutte le nostre decisioni. L’instant love, l’incontro con l’anima gemella alla prima pagina, almeno per ora, non è nelle mie corde.

Tra Tv, cinema e letteratura, il matrimonio sembra davvero tornato di moda, tanto che sta ispirando molti autori i quali, proprio come te, lo prendono a pretesto per raccontare le loro storie. E tu come immagini il tuo? Prova a fare un volo di fantasia…

Da bambina ero ossessionata dal matrimonio! Collezionavo riviste da sposa, ma solo per il gusto di fantasticare sugli abiti. Lo sposo era marginale quanto gli addobbi floreali in chiesa.
Con il tempo, ho ridimensionato il mito, complice il fatto che ho dieci cugini molto più grandi di me e, dopo aver assistito a tutte le loro nozze, mi sono levata la voglia.
Detto questo, mi sono guardata la diretta del Royal Wedding comodamente seduta sul divano, vestita elegante, con una tazza di Earl Grey.
Oggi, credo di essere più un tipo da matrimonio a Las Vegas: vestito di organza fuxia a balze, sposo in giacca di pelle e prete vestito da Elvis.

A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.


Sto ultimando un romanzo, sempre rosa, ma dalle venature più “cattive”, guidato dal fil rouge della vendetta. Ma prima che veda la luce, c’è già pronto qualcos’altro. Stavolta, però, niente matrimoni, solo… bugie.

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