mercoledì 19 luglio 2017

Sonia Ciampoli: svelare un Mistero? Ecco come…


Dopo avervi raccontato la storia del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, e il suo impegno trentennale per un approccio scientifico anche a ciò che è apparentemente inspiegabile, approfondiamo la genesi di uno dei Quaderni del CICAP che ha suscitato in noi maggiore interesse, “Misteri Svelati”, di SoniaCiampoli.
Nato dalle inchieste e dal materiale raccolto per la rubrica “A che punto è la notte”, tenuta da Sonia Ciampoli su Query Online, la rivista ufficiale del CICAP, “Misteri Svelati” è una carrellata di casi più o meno famosi, in gran parte risolti, che, negli anni, hanno interessato gli appassionati e sono stati spiegati grazie all’intervento della scienza. L’obiettivo di questa rassegna di classici del mistero, come ci ha spiegato la stessa autrice, è proprio raccontare ai lettori “come è andata a finire”, giacché la maggior parte di queste vicende, di cui periodicamente si torna a parlare su Tv e giornali, sono, in realtà, risolte.
Dal fantasma di Azzurrina di Montebello, allo sconosciuto Uomo di Somerton, passando per le morti del faro delle Isole Flannan, Sonia Ciampoli ripercorre, con attenzione, accuratezza e uno stile pulito e scorrevole, le principali tappe che hanno condotto gli esperti alla risoluzione di tanti misteri che hanno attraversato la Storia della nostra civiltà.
La conclusione più luminosa di questo viaggio nell’ignoto sta nel fatto che che il cosiddetto rasoio di Occam, il principio metodologico medievale secondo cui, per spiegare un fenomeno, bisogna sempre ricorrere alla spiegazione più semplice, è non solo tuttora valido e intramontabile, ma anche alla base del pensiero scientifico moderno e di una società informata e critica.
 

Dagli U.F.O. ai Medium, passando per l’analisi di luoghi inquietanti e strani oggetti, fino alle storie che hanno ispirato classici della letteratura e del cinema, “Misteri Svelati” è una vera Bibbia per tutti coloro che guardano con occhio critico a queste vicende che non passano mai di moda. Da dove nasce la tua esigenza di approfondire questi temi e cosa ti ha ispirato durante la stesura?

“Misteri svelati” è la rielaborazione della rubrica A che punto è la notte, che ho tenuto per due anni sulla versione online di Query, la rivista del CICAP.
L’idea mi è venuta di colpo, un giorno che navigavo pigramente su Internet senza nient’altro da fare. Ricordavo di aver letto da qualche parte che il CICAP stava per recarsi nel castello di Montebello per indagare sulla leggenda di Azzurrina, la bimba che inseguì una palla di stracci in cantina il giorno del solstizio d’estate 1375 e scomparve nel nulla. Da allora, ogni 5 anni, la notte del 21 giugno, il suo spirito torna a vagare nel castello, e alcuni investigatori del paranormale con una troupe RAI erano addirittura riusciti a registrarne la voce.
Le incisioni e il resoconto di quell’indagine erano ovunque, ma di come fosse andata a finire la ricerca del CICAP non avevo più saputo nulla, bisognava cercare bene online perché la loro versione comparisse fra i risultati.
Così, insieme alla redazione, abbiamo deciso di raccogliere quanti più casi possibile del genere, misteri famosi o meno famosi che continuano a circolare nella versione insoluta sebbene siano stati ampiamente spiegati e sfatati. Abbiamo scelto gli argomenti lasciandoci guidare da inclinazioni personali, gusti, divertimento, ma anche da quello che pensavamo potesse essere più interessante per chiunque si avvicinasse per la prima volta a questi temi, spinto magari dalle stesse motivazioni che hanno sempre mosso anche me: cercare di fare ordine, sgombrando il campo da tutto ciò che è rumore di fondo illogico e infondato, per capire il tessuto razionale connettivo del mondo e poter spostare l’attenzione verso ciò che davvero rimane da scoprire e spiegare.

Cosa ti ha spinto a entrare a far parte del CICAP? Facciamo un bilancio della tua esperienza.

Per rispondere a questa domanda devo fare coming out. Sono una ex believer con qualche vaga tendenza complottista. Da giovane credevo al sovrannaturale, alla possibilità che esistessero spiegazioni alternative e non mi sarei sorpresa tantissimo se avessi scoperto che sulla Luna non c’eravamo mai andati.
Poi venne l’11 settembre, e il complottismo negazionista dell’attacco terroristico. Un giorno finii su un sito che smentiva queste fantasiose teorie e rimasi folgorata. Fu una rivoluzione violenta e illuminante, scoprire che l’applicazione del metodo scientifico potesse essere usata anche per studiare l’astronauta di Palenque o che c’era gente che passava i weekend a realizzare cerchi nel grano. Pochi mesi dopo ero iscritta al CICAP.
Per farmi avanti e offrire la mia collaborazione alle iniziative però ci è voluto più tempo: come tutti, ero in soggezione a parlare con grandi menti, studiosi e scienziati che ne sapevano tanto più di me e veramente mi era difficile immaginare cosa potessi offrire loro. Ho scoperto invece un ambiente accogliente e inclusivo, dove è benvenuto il contributo di tutti, purché ci sia umiltà e desiderio di conoscenza, e dove è praticamente impossibile non imparare qualcosa di nuovo ogni giorno. Oggi alcuni di loro sono diventati amici più che colleghi.
Al CICAP devo molto, è arrivato nella mia vita nel momento in cui avevo più bisogno di fare ordine e avere punti fermi cui appoggiarmi.


Tra i vari Misteri Svelati quale si è rivelato più ostico e perché? Raccontaci come hai fatto a venirne a capo…

Per scelta, quasi tutti i casi che abbiamo raccolto nel libro erano stati già risolti, e le conclusioni raggiunte erano state testate e controprovate. Ce ne  sono però alcuni per i quali non è ancora stata trovata un’univoca spiegazione soddisfacente, e si rimane nel campo delle ipotesi: ad esempio il caso dell’uomo di Somerton, trovato morto su una spiaggia australiana il 1 dicembre del 1948, senza documenti, senza etichette nei vestiti, con il frammento di un libro di poesie persiane in tasca, che riportava da un lato l’ultimo verso del volume, Tamàm Shud, “finito”, e dall’altro un probabile codice che a tutt’oggi nessuno è riuscito a decrittare. O i guardiani del faro delle Flannan Isles, morti in circostanze misteriose dopo aver lasciato ben chiusi porta e cancello, ma anche una sedia ribaltata in cucina e senza indossare, in quel clima proibitivo, l’obbligatorio impermeabile.
In diversi casi ho avanzato delle ipotesi personali, puramente ipotetiche, che spero in futuro di poter approfondire adeguatamente, come nel caso della cassapanca sanguinosa che si trova proprio nel castello di Azzurrina.

Non è vero, ma ci credo: tra religione e superstizione l’Italia sembra essere ancora un Paese di creduloni. Come si potrebbe combattere questa tendenza e che ruolo potrebbe svolgere in merito il CICAP?

Non credo personalmente che l’Italia sia messa molto peggio degli altri paesi occidentali. Sicuramente la dicotomia fra scienza e pseudoscienza oggi si avverte con più forza rispetto al passato, perché viviamo un’epoca generale di opposizioni e fazioni.
Tuttavia, una cosa che ho sempre sentito raccontare dai soci che tengono conferenze e incontri, e che è capitata recentemente anche a me in occasione di un evento in una scuola, è che invece il “pubblico a casa” è estremamente ricettivo a una versione dei fatti più concreta e razionale, ascolta con interesse ed è pronto a rimettere in discussione quelle che non erano tanto convinzioni, quanto posizioni prese per buone perché ovunque la campana alternativista fa più rumore di quella scettica.
Io credo basti questo, continuare costantemente a spiegare, parlare, raccontare scienza, dati, fatti e numeri, senza ghettizzare nessuno aprioristicamente, e accogliendo anche chi ha dubbi e perplessità noti e stranoti. Il dialogo e l’apertura al confronto sono, a mio avviso, la chiave per superare questo momento di impasse collettiva.



A cosa stai lavorando attualmente? Ci sono nuovi progetti letterari in programma? Svelaci quali sono i tuoi piani per il futuro.


Al momento mi sto godendo un po’ di vacanza da mostri e misteri che mi hanno accompagnato in questi due anni. Siccome però le passioni sono impossibili da mettere davvero a tacere, ogni tanto mi riscopro a cercare qualche altra informazione o rileggere gli appunti dei casi non svelati, e magari in futuro potrei buttare giù qualcosa di più ampio e argomentato sull’uomo di Somerton e il suo emulo tedesco Peter Bergmann. D’altra parte, è una storia che ha affascinato anche Stephen King, come posso io non farmene conquistare? 

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